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Folco Quilici
Filmografia
 

 

"Il Messaggero"
novembre 2003

COPPA AMERICA A NAPOLI

Sogno di essere sullo sperone roccioso del Salto di Tiberio, a Capri. O a bordo di un elicottero che segua regatanti in gara. Oppure di osservarli da Bagnoli, sulle rive riconquistate e riconsegnate al mare e alla serenità.

Sogno la Coppa America nel golfo di Napoli.

Come tanti e tanti italiani amanti della vela (ogni anno di più). Come gli innamorati di Napoli (e questi sono milioni, nel mondo, e da molto tempo).

La Napoli che ha riconquistato la sua bellezza, negli ultimi anni. Che ripropone il suo ruolo di metropoli della cultura, della mediterraneità. Di città stratificata nel tempo, anello di culture diverse. Metropoli composita, somma di centri come Pompei, Ercolano, Cuma, Baia Sorrento, Castellamare: ogni nome una storia, una sua luce, una propria bellezza.

Capitale del Mediterraneo, questo golfo.

Senza voler togliere nulla a nessuno, mi chiedo dove esista un simile insieme, moderno e antico, di storia e di bellezza. Dove esista uno specchio d'acque trasparenti incorniciato da isole uniche e profondamente diverse.

Ma se vogliamo riportare queste righe alla sfida delle sfide, la Coppa America, mi chiedo, scrivendo, dove si possano tender vele a venti mai troppo forti, non troppo deboli come qui. Qui, dove cielo e mare formano un tutt'uno.

E mi chiedo dove sarebbe mai possibile disegnare triangolazioni che si riferiscano a boe mitiche come Capri, Ischia e Procida. Boe di virata ancorate a vicende vissute da marinai greci, fenici, romani, spagnoli, inglesi, americani…

Questo back-ground potrà moltiplicare l'impatto mediatico di un evento d'importanza qual è diventata negli ultimi anni la Coppa America. Non solo sfida tra marinai, tra velisti, tra costruttori, tra appassionati specialisti. E interessa sempre di più non solo gli appassionati di questo sport.

Coppa America vuole anche dire ore e ore di trasmissione televisiva, in onda su monitor di tutto il mondo (chi non ricorda la noia micidiale sopportata, bella precedente edizione quando fummo costretti a sopportare la monotona immagine di quell'anonima baia neozelandese, paesaggio piatto a luce unica?).

Proviamo a immaginare quale potrebbe essere la differenza, con l'impatto di luci sfolgoranti e di sfondi sempre straordinariamente diversi; ovvero quanto può offrire, oltre all'emozione della gara, il nostro Golfo. Sin dall'antichità, ricordiamo ancora, considerato il più affascinante del mondo conosciuto. Per le opere dell'uomo, i profili delle isole, delle penisole, il colore del cielo e delle acque, lo sky-line di un vulcano imponente; e il sorriso, l'allegria della gente, la musica come sintesi di una gioia di vivere, mai spenta, nemmeno nei tempi peggiori.

Certo, ci sono serie concorrenze. Un Sovrano si da da fare per ottenere che la Coppa America si disputi nel suo paese, la Spagna. E si fa sponsor d'una città che può vantare una propria nobiltà, ma che quando la sentiamo nominare ci obbliga a consultare una mappa geografica del Mediterraneo per capire esattamente dove si trova. Una città bella (dicono alcuni) e un Re molto bello (dicono tutti).

Questo basterà?

Mancano poche ore alla scelta del luogo. E noi tutti, amanti della vela e di Napoli, speriamo che chi si batte per un luogo senza concorrenti, sappia quale moneta può spendere.

Da parte mia continuo a sognare.

Continuo a vedermi in un punto alto sulle acque, tra le isole e la costa. Dove potrò osservare spazi marini solcati da scafi spinti da vele multicolori, gonfie per un vento sempre gagliardo.

Soffia da molti millenni, quel vento. Per questo sa di non temere paragoni.

Qualunque cosa decida un gruppo di burocrati.

Folco Quilici