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DA ALCUNE RECENSIONI DEL ROMANZO "TOBRUK 1940" DI FOLCO QUILICI

DA "PANORAMA"

In quella terra di nessuno dove le ragioni della storia si scontrano con i fantasmi della memoria, ha deciso di avventurarsi Folco Quilici scrivendo Tobruk 1940 per la Mondadori. Non solo regista e romanziere, ma anche storico militante (ha collaborato con Fernand Braudel e Renzo De Felice), Quilici entra a pieno titolo nella storia di Balbo con gli occhi del protagonista. E fin dalla prima scena del libro riesce a far partecipe il lettore del suo dramma.
(25 novembre 2004 - PASQUALE CHESSA)

DA "IL MESSAGGERO"

(...) un libro complesso, dalle molte anime, la principale delle quali rimane quella della rivisitazione, della remissione di un debito psicologico, a lungo rimosso, del figlio verso il padre (...) Un libro di grande sensibilità narrativa, arricchita da una non comune capacità di "far vedere" luoghi e ricomporre profondi, stratificati sentimenti (...) un viaggio nel tempo storico e psicologico, un'occasione d'indagine a tutto campo.
(15 dicembre 2004 - FULVIO CAMMARANO)

DA "IL SOLE 24 ORE"

Di tutto ciò parla Folco Quilici nel suo ultimo libro, Tobruk 1940, alla sua maniera, con la varietà di ritmi, registri e chiaroscuri (...). Ne esce un racconto sempre teso, "caldo" (com'è nel carattere del suo autore) e a tratti anche commovente.
(28 novembre 2004 - SANDRO GERBI)

DA "IL GIORNALE"

A distanza di oltre sessant'anni, Folco Quilici ha evocato la tragica sequenza di quel luttuoso episodio che ha segnato la sua vita, e lo ha fatto con un mirabile saggio (...) forte della sua esperienza di divulgatore scientifico serio e appassionato.
(17 novembre 2004 - ANTONIO SPINOSA)

DA "IL CORRIERE DELLA SERA"

Quilici all'appuntamento col destino. Quando le vicende private s'intrecciano con la storia, un viaggio nel passato sulle orme della figura paterna può diventare l'occasione per sondare uno dei tanti misteri del Novecento italiano. E' capitato a Folco Quilici con il caso di Italo Balbo.
(12 novembre 2004 - ANTONIO CARIOTI)

DA "AVVENIRE"

(...) pagine molto belle quelle che riguardano i ricordi lontani di Folco Quilici. Quelli di un ragazzo di dieci anni, della sicurezza che dà un padre amato e una famiglia unita. Sono pagine percorse da un sentimento cristiano di pietà figliale che ne costituisce una chiave di lettura inconsueta in tempi di ribellione e di parole urlate come i nostri.
(9 gennaio 2005 - BRUNO BOTTAI)

DA "GENTE"

Il viaggio del cuore a ritroso nel tempo, condotto con il rigore dell'inchiesta storica, lo ha portato a stabilire finalmente alcune verità sull'oscura e più traumatica vicenda della sua vita: la morte del padre a bordo di un bombardiere italiano schiantatosi durante l'ultima guerra nel deserto libico.
(dicembre 2004 - PAOLO SCARANO)

DA "GRAZIA"

"... quando la penna vigile si abbandona all'ineffabile emozionale, la pagina si illumina e, per un usare un verbo attinente, "vola"".
(11 gennaio 2005 - ALBERTO BEVILACQUA)

DA "GIORNALE DI SICILIA"

"Lo dovevo a mio padre per tutto quello che ha fatto contro le leggi razziali e contro l'alleanza con Hitler. Non a parole ma con i fatti e con il suo giornale". E' il commento di Folco Quilici a proposito del suo ultimo e più difficile libro.
(6 dicembre 2004 - ANNA BIZZARRI)

DA "LA NAZIONE"

Non una testimonianza storica nel senso stretto del termine. Piuttosto un vero e proprio romanzo. Un giallo. Non ha dubbi, Folco Quilici, sul modo in cui definire l'ultimo suo libro.
(7 dicembre 2004 - DIEGO CASALI)