Sì, viaggiare Alcune anticipazioni |
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VAI, MONGOLFIERA Il silenzio del cielo Non poche persone desiderose d'evasione, alcuni anni fa hanno riscoperto la bicicletta. Ed hanno scimmiottato il turismo a pedali che furoreggiò a fine Ottocento (il Touring Club Italiano nacque allora da un club di maniaci delle gite in bicicletta). Ma s'è trattato di una fiammata. La passione ciclo-turistica esplosa dopo un secolo, è stata travolta dalla crescita mostruosa della circolazione automobilistica che ha costretto i ciclisti alla respirazione forzata di gas di scarico, non certo dell'aria pura che rallegrava i primi pionieri a pedali. Restano, è vero, alcuni Paesi dove la circolazione ciclistica è protetta e di uso quotidiano e un certo successo lo riscuotono anche gli appassionati di mountain bike. Ma gli eventuali interessati a questo tipo di bicicletta, devono sapere cosa li attende: sgobbate, pedalate, non gite gradevoli. Lo confermano certi testi che appaiono su Internet, redatti da certi club del pedale in cerca di proseliti. Basta la lettura d'alcune righe, e corre un brivido lungo la schiena: "(…) per affrontare un viaggio di questo tipo è particolarmente importante la forma fisica. Occorre partire con circa mille chilometri di bici già nelle gambe". La voce dei maniaci della pedalata offre altri consigli. Durante le gite in bici: "… mangiare per lo più cibo freddo e veloce." In caso il ciclista/turista si senta oltre che affamato anche stanco, potrà: "… riposare in tenda, anche se in condizioni climatiche particolarmente avverse. Purché si tratti sempre di tende di ridotte dimensioni." Non contenti di questi suggerimenti, c'è chi propone di inserire tra gli iscritti al club del pedale, anche gli innocenti. Il programma sopracitato non esita, infatti, ad aggiungere: "… il carrello è comodissimo per i bambini (…). E lui (il bambino), è bene che porti con sé qualche gioco o un registratore tascabile per consentire, in tratti molto lunghi, di ascoltare favole mentre il genitore pedala." Di fronte a questi propositi c'è da chiedersi quale altro singolare mezzo sia utilizzabile da chi è allergico ai sistemi di trasporto normali e desideri partire con o senza bimbi per una esperienza molto, molto speciale. Un'ipotesi suggerirebbe certe località di mare famose (come Capri, Cannes ed i Caraibi) dove si propone di arricchire una vacanza all'insegna della normalità, con immersioni in piccoli sommergibili. Ci permettiamo di sconsigliare simile esperienza; andare sott'acqua per godere delle meraviglie del mondo sommerso è un piacere, e se ne scrive in diverse pagine di questo libro riferendo il consiglio a immersioni a corpo libero. I minisommergibili, infatti, non riescono ad avvicinarsi più di tanto alle scogliere, là dove la vita è più vivace. Questo ha portato alcune località che lo avevano adottato, a rinunciare al loro impiego perché non possono offrire, in tutta la sua bellezza, la realtà del mondo subacqueo. |
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